Le Immersioni
Sub Mania è un sicuro punto di riferimento per tutti i subacquei interessati a visitare i fondali dell’Area Marina Protetta di Santa Maria di Castellabate. Diverse sono le tipologie di immersioni che vengono proposte da Sub Mania, tutte vissute in completa sicurezza e relax.
Con le nostre guide, si è certi di esplorare luoghi e fondali adatti a qualsiasi grado di esperienza con caratteristiche morfologiche sempre diverse.
Adagiati su una vasta distesa sabbiosa interrotta da vari banchi di grotto e posidonia oceanica, nella zona antistante il litorale di Paestum, troviamo diversi relitti della Seconda Guerra Mondiale. Mezzi da Sbarco americani e un Carro Armato Sherman, vecchi retaggi dello sbarco delle forze alleate “Operazione Avalanche” del 1943.
Il versante sud è caratterizzato da un tratto costiero molto frastagliato dove si trovano diverse baie, alcune particolarmente protette, come quella di “San Francesco“, di “Trentova” e del ”Vallone” tipicamente adatte allo snorkeling e alle immersioni didattiche. Al contrario, le Punte di “Tresino”, “Pagliarolo” e le “Secche di Licosa”, protese verso il mare, con il loro variegati fondali, creano una estesa zona ricca di siti d’immersione adatta a tutti livelli.
Motonave Alfieri
Profondità: 44 min – 54 max
La motonave Alfieri era una nave passeggeri della “Tirrenia” costruita da poco quando il 28 maggio 1943 venne requisita dalla Marina Militare Italiana. Durante la navigazione da Messina a Napoli, alle ore 13:25 del 29 luglio 1943, fu attaccata da aerei avversari e colpita rimase seriamente danneggiata. Il giorno dopo, 30 luglio 1943, alle ore 16:50 fu nuovamente attaccata da aerosiluranti nemici e colpita affondò tre miglia al largo di Punta Tresino. Il relitto, lungo 117 metri, giace a quota -54 conservando ben visibili i danni provocati dai siluri che l’hanno divisa in due a prua del castello di comando. L’immersione nel blu da un impatto notevole ed è possibile vedere la maestosa sagoma durante la discesa che, circondata da sabbia e fango, è diventata un ottimo habitat per svariate specie animali e vegetali. Le lamiere sono ricoperte da numerose forme di vita: gli Spirografi, le Spugne, gli Anemoni e le Madrepore che le rendono vive e ricche di colori smaglianti. L’imponente plancia è avvolta da nuvole di Castagnole e Anthias tra le quali un branco di Dentici giganti ruota a debita distanza, mentre nelle strutture della nave non mancano le Cernie brune, i Saraghi e i Gronchi che vi trovano ottima dimora. Difficile da visitare per intero nel corso di un’unica immersione sia per la profondità che per la grandezza ma del resto, dopo la prima, non si rinuncerà di certo a tornare appena possibile su un gigante cosi affascinante. Allora si potranno esplorare tutte le particolarità che ci riserva: le strutture della coperta, la grande elica, il mitragliatore di poppa e le strutture del castello. Di sicuro è un’immersione significativa che richiede notevole impegno ed esperienza ma allo stesso tempo ci regala delle emozioni fantastiche…da non perdere!!!
Relitti di Paestum
Profondità: 12 min – 22 max
Durante la Seconda Guerra Mondiale il tratto di mare antistante Paestum è stato teatro dello sbarco degli alleati denominato “Operazione Avalanche”, con perdita e affondamento di svariati mezzi da sbarco tra cui, per quelli abitualmente frequentati da Sub Mania, un carro armato Sherman ed una nave porta munizioni. Il carro armato Sherman giace a circa 22 metri di profondità completamente integro, presumibilmente caduto in mare durante il trasbordo dalla nave al mezzo da sbarco. Sul fondo lo troviamo in posizione obliqua con il cannone conficcato nella sabbia e con il portellone d’ingresso aperto. La nave, invece, è affondata ad una profondità di circa 12 metri, con il carico esplosivo nelle stive e buona parte dello scafo che fuoriusciva dall’acqua. Visto che costituiva un pericolo per la navigazione fu fatta deflagrare e ad oggi possiamo ammirare la sua struttura e le contorte lamiere. Sono pezzi di storia che rappresentano un museo subacqueo regalandoci emozioni uniche. Entrambi i relitti sono divenuti habitat ideale per numerose specie con la presenza di cernie bianche, saraghi, gronchi e pesci balestra, inoltre si possono incontrare ricciole, solite frequentatrici di questi relitti.
Secca della Gruviera
Profondità: 9 min – 16 max
Al limite tra la zona B e la zona A dell’A.M.P. di Santa Maria di Castellabate, al centro della secca di Punta Pagliarolo, troviamo un’immersione molto suggestiva e divertente. E’ un fondale composto da lastre rocciose ricoperte da posidonia che, in un articolato reticolo, creano numerose spaccature e cavità. Il percorso subacqueo si presenta ricco di passaggi che si susseguono l’un l’altro riservando emozioni e sensazioni rare con frequenti giochi di luce solare. L’acqua cristallina permette un’ottima visibilità e l’incontro con branchi di salpe, saraghi, corvine e cernie brune, anche di grossa mole, che si lasciano ammirare prima di svanire nelle impervie tane. Si tratta di un immersone rilassante e singolare che permette lunghi tempi di fondo in pieno relax, affascinante anche in notturna ed adatta a tutti, dagli esperti agli amanti della fotografia subacquea.
La Tana Agropoli
Profondità: 20 min – 34 max
Immersione adatta per i livelli avanzati e soprattutto per gli appassionati di Biologia Marina e fotosub. Siamo nel tratto di mare tra Punta Tresino e Punta Pagliarolo, dove la conformazione della costa con progressive franate si spinge nelle limpide acque del nostro golfo. Dopo un vasto pianoro di posidonia, troviamo una sinuosa parete ricca di vita bentonica e sessile con la presenza di spugne, gorgonie, madrepore e spirografi che rendono questo tratto di fondale ricco di colori. La parete rocciosa, piena di anfratti e spaccature, termina su un fondale sabbioso dal quale ci stacchiamo e raggiungiamo un gruppo di massi sparsi di grandi dimensioni, ognuno dei quali, con cavità alla base, rappresenta l’habitat ideale della cernia bruna; inoltre è facile la presenza di polpi, saraghi e ombrine che si lasciano intravedere prima di svanire nelle impervie ta
Le Spaccate
Profondità: 25 min – 35 max
Questa immersione è una delle “meraviglie” di Punta Pagliarolo in piena zona B dell’A.M.P. di Santa Maria di Castellabate. Inizia con la discesa nel blu lungo la cima dell’ancora per raggiungere la prima parte del sito, sul versante Sud, posto a poco più di 30 metri di profondità. Procedendo in direzione Nord si incontrano quattro grandi masse rocciose disposte in sequenza come a formare due canyon molto singolari e ricchi di cavità – Le Spaccate. Il primo si presenta comodo e ampio, sul fianco destro spicca uno splendido arco di roccia rivestito di margherite di mare; procedendo verso il secondo, lo stanziale banco di saraghi fasciati si sposta al nostro passaggio e il canyon lentamente si restringe e si piega sino a formare un angolo retto. Il percorso articolato e le numerose opportunità che questa immersione dona dal punto di vista ambientale la rendono particolarmente suggestiva anche sotto l’aspetto biologico e fotografico.
Porto Romano Castellabate
Profondità: 2 min – 8 max
A San Marco di Castellabate, direttamente collegato al braccio portuale del molo di sopravvento si estende ad angolo retto, per una lunghezza di circa 90 metri, quello che resta di un antico bacino portuale d’epoca romana. Un impianto datato tra la fine del I sec a. C. e gli inizi del I sec. d. C. posto strategicamente in essere tra Capo Palinuro e Punta Campanella.
In origine un doppio bacino, con la duplice funzione sia di scalo commerciale, indirizzato a sostenere il naviglio mercantile, sia come presidio militare marittimo. A poca distanza dal suo limite un grosso masso di forma quadrangolare di circa 8 metri per lato (un antica Pilae) si staglia dal fondo sino a raggiungere la superficie. L’immersione, adatta a tutti, si presenta di per se affascinante sia sotto l’aspetto archeologico, dove ancora oggi è possibile costatare la sapiente tecnica costruttiva dei Romani sull’uso della malta idraulica, sia sotto l’aspetto biologico dove è possibile vedere la ricchissima vita marina che interamente ricopre le antiche vestigia.
Secca dell'Archinvolta
Profondità: 38 min – 45 max
Questa è tra le immersioni più suggestive e affascinanti della nostra zona, sia per la sua bellezza che per l’impegno tecnico richiesto. Ci troviamo a circa 5 miglia al largo dell’Isola di Punta Licosa quando l’ecoscandaglio inizia a marcare una risalita graduale: da circa 50 metri di profondità in un breve tratto ci porta sino al suo vertice alla quota di circa 38 metri. La zona di mare è esposta spesso a forti correnti che ci obbligano a gestire l’immersione in base alla loro direzione e alla loro intensità. Il cappello della secca è caratterizzato da due grandi masse rocciose ricoperte da paramuricee situate al centro di un semicerchio roccioso che alla base presenta numerose cavità a forma di “volta”, l’elemento caratterizzante che si identifica con il nome della Secca dell’Archivolta. Il bellissimo colpo d’occhio si completa grazie alla ricchezza biologica che, alla luce delle nostre torce, riempie di colori ogni angolo del fondale. Ottimo habitat per il dotto, molto diffuso su questa secca, cosi come per la cernia bruna, il sarago, la corvina, il dentice e non è difficile anche intravedere pesci di passo come tonni, palamite e ricciole di notevoli dimensioni.
Le Piramidi Agropoli
Profondità: 20 min – 22 max
Dopo cinque minuti di navigazione ci troviamo a circa un miglio al largo del porto di Agropoli, qui sono stati posizionati numerosi massi per il ripopolamento della fauna su fondale sabbioso. Sono denominati “Piramidi” perché i massi sono sovrapposti a forma triangolare innalzandosi per vari metri dal fondo. La posizione dei massi crea spaccature e rifugi per svariate specie: la cernia bruna e bianca, il gronco, la murena, il sarago e il dentice mentre i banchi di ricciole sono solite volteggiare a mezz’acqua. Si tratta di un immersione interessante che ci mostra come l’intervento dell’uomo può migliorare l’ambiente e dar vita ad una zona che inizialmente ne era priva.
Secca dei Lastroni
Profondità: 5 min – 12 max
Ai piedi del promontorio di Punta Tresino, a circa 150 metri dalla costa, è possibile effettuare un’immersione molto particolare. Su un fondale di 5 metri troviamo lingue di roccia e spaccature che, miste a posidonia, formano anfratti e passaggi. Il profilo si alterna tra i 7 e i 12 metri di profondità, rivelandosi anche ideale per allenare l’assetto e l’acquaticità. Durante il percorso si possono effettuare semplici passaggi tra le rocce esplorando ambienti in ombra che riservano diverse particolarità. Terminiamo tornando a quota -5 metri, verso il punto di ancoraggio, per effettuare la safety stop tra i massoni nel totale relax!
Boa Gialla Agropoli
Profondità: 24 min – 35 max
La denominazione deriva da una boa gialla che delimita la zona A dell’Area Marina Protetta di S. Maria di Castellabate che è stata posizionata sulla verticale di una franata molto suggestiva e ricca di particolari. Il pianoro di posidonia si interrompe con una serie di gradini che da quota -24 metri si alternano e disegnano un profilo singolare raggiungendo in breve -35 metri dove continua il fondale sabbioso. Questa morfologia lo rende un punto ricco di incontri: Cernia bruna e bianca, Dentice, Sarago, Corvina, Aragosta e Polpo. Vista la quota con una miscela Nitrox 30% si riesce a fare l’esplorazione completa senza tralasciare i particolari biologici.
Franata del Lago
Profondità: 12 min – 20 max
In questa immersione ci troviamo verso l’estremità sud della vasta secca di Punta Pagliarolo, posizionata nella zona B dell’A.M.P. di Santa Maria di Castellabate, a circa 12 metri di profondità. Già dalla superficie è possibile notare le caratteristiche del fondale mediterraneo e dopo il calo dell’ancora e le procedure d’ingresso, inizia la discesa per dirigerci verso un passaggio dalla forma arcuata posto al di sotto di una grande roccia il quale, successivamente, ci immette in un tratto di fondale di grotto misto, il classico habitat per saraghi, ombrine, cernie e dotti. Il percorso prosegue lungo la franata di roccia mista a posidonia fino a raggiungere la quota massima di 20 metri. Inoltre questa immersione, per la sua tipologia, si presenta ideale anche per una notturna.
Madonna Sommersa
Profondità: 13 min – 16 max
Siamo di fronte al lungomare di Santa Maria di Castellabate, troviamo una zona di grotto e posidonia, al centro di una ampia distesa sabbiosa, dove è stata posizionata una statua della Madonna. Immersione adatta a tutti che prevede un’esplorazione di 40 minuti nel massimo relax tra una serie di anfratti popolati da Cernie brune, Saraghi e occhiate. La visita alla Madonna sommersa riserva un’emozione singolare, un momento di preghiera nel contesto subacqueo dove ogni sommozzatore si ritrova in “silenzio” con se stesso! Sono state diverse le coppie sub che hanno dato promessa di matrimonio in ginocchio davanti alla Madonna sommersa con l’assistenza dettagliata di Sub Mania.
Parete dell'Ancora Punta Licosa
Profondità: 25 min – 37 max
Siamo a San Marco di Castellabate, zona B dell’A.M.P., a breve distanza dall’Isola di Punta Licosa. Qui il fondale guadagna la profondità gradualmente sino a dar vita ad una parete alta circa 10 metri; caliamo l’ancora sul tratto meno fondo della parete e durante la discesa notiamo subito il perché di tale denominazione: un ancora lunga circa 4 metri, presumibilmente d’epoca bizantina. Il caso ha voluto che sia rimasta con le marre incastrate sul fronte della parete, mentre il suo fusto staccandosi da essa, in acqua libera, ha creato uno scenario davvero suggestivo. Vista questa particolarità si continua l’esplorazione non lontani dalla tana di una cernia bruna di notevoli dimensioni, ma, attenzione alla quota e ai tempi. Sia la batimetria che la tipologia del fondale connaturano questa immersione in un profilo quadro.
Baia S. Francesco Agropoli
Profondità: 2 min – 8 max
Punto di immersione indicato per i Battesimi del mare e le attività didattiche dei corsi di immersione. Batimetria ideale e fondale misto tra sabbia e posidonia creano il connubio adatto per chi si avvicina alla subacquea. Una piscina naturale che preserva tutti i presupposti per le prime esperienze subacquee svolte in semplicità e sicurezza, con la facilità di incontrare polpi, murene, salpe e saraghi che fanno da cornice nell’acqua limpida della baia.
Parete Aragoste
Profondità: 22 min – 35 max
Si scende su un fondale misto tra rocce, posidonia e piccole aree sabbiose; siamo a circa 28 metri di profondità all’inizio della zona B dell’A.M.P. di Santa Maria di Castellabate al largo di Punta Tresino. Si raggiunge una breve ma frastagliata parete che riserva un ottimo habitat per le aragoste dove abitualmente tendono a stazionare. Risalendo si prosegue seguendo la franata verso il ciglio roccioso, dove troviamo numerose spaccature e anfratti e dove sarà facile incontrare saraghi, ombrine e cernie brune. Infine si giunge al pianoro di posidonia alla quota di circa 22 metri per un ultima occhiata ai computer e iniziare la procedura della risalita.
Massa del Ciuffo
Profondità: 17 min – 27 max
Siamo al traverso di Punta Pagliarolo, a due miglia dalla costa, zona B dell’A.M.P. di Santa Maria di Castellabate, su un’estesa secca che si interrompe a 17 metri di profondità con un gradino che raggiunge quota -27 metri. Lo stesso, disposto parallelo alla costa in modo serpeggiante, origina il “Masso del Ciuffo”, un pinnacolo roccioso che si stacca dal gradino con un rotondeggiante ciuffo di posidonia all’apice. Alla sua base, invece, le molteplici spaccature ospitano saraghi, ombrine e cernie brune, e più in alto non è raro trovare tane di polpi specialmente durante la cova stagionale. In “vetta” la folta posidonia, è sempre circondata da nuvole di castagnole spesso divise dai barracuda. Completano il colpo d’occhio le gorgonie, le spugne, il falso corallo e qualche nudibranco che danno vita e colore alle rocce.
Punta Licosa
Punta Licosa è uno dei luoghi più suggestivi del Cilento. via mare si possono effettuare bellissime immersioni nel mare verde di questo angolo meraviglioso. inoltre è possibile organizzare una giornata in compagnia di amici, con le barche di Sub Mania dove è possibile pranzare in barca oppure prenotare un tavolo nei ristoranti convenzionati con il Diving. per qualsiasi informazione su come organizzare un uscita potete contattare uno dei numeri sottostanti.
Alessandro Cell. +39 338 59 88 825
Irene Cell. +39 333 1320960
Secca di Vatolla Punta Licosa
Profondità: 6 min – 40 max
Al largo dell’Isola di Punta Licosa un vasto pianoro denomina un area che prende il nome di Secca di Vatolla, dall’omonimo paese situato tra le montagne Cilentane e visibile solo quando si arriva sul cappello della secca che marca 6 metri di profondità. Il fondale, composto da roccia a lastre trasversali, cade gradualmente formando progressivi scalini, franate e insenature fino a raggiungere la quota dei 40 metri. La secca è spesso esposta a correnti quindi i percorsi e le tipologie d’immersione verranno valutate sul posto a secondo delle condizioni, con la certezza del divertimento tra effetti ambientali e cromatici unici. Sono consueti incontri con cernie brune, saraghi, ombrine, dotti mentre barracuda e tonnetti volteggiano tra la mangianza posta a mezz’acqua.
Seconda Parete Agropoli
Profondità: 18 min – 27 max
Presso il versante Ovest di Punta Pagliarolo, nella zona B dell’A.M.P. di Santa Maria di Castellabate, si estende una secca la quale, procedendo verso il lato occidentale, termina con un salto verso il fondo variabile tra i 6 e i 9 metri generando di fatto una parete ricca di vita. A 27 metri, ai piedi del ciglio, troviamo diverse spaccature e anfratti con un fondale sabbioso, mentre il suo percorso sinuoso genera scenari ambientali molto suggestivi. Durante l’esplorazione sarà anche opportuno rivolgere lo sguardo verso la superficie per notare la presenza di barracuda che volteggiano tra le nostre bolle. Per la sua conformazione morfologica in questa immersione si attua, preferibilmente, un profilo quadro il quale richiederà l’assistenza costante dell’imbarcazione.
Baia del Sauco'
Profondità: 0 – 15 max
Il fondale caratteristico presenta al centro della baia un’area sabbiosa che si estende fino alla quota dei 15 m, mentre lateralmente lascia spazio a rocce e massoni affioranti che raggiungono progressivamente la riva. Grazie a questa batimetrica la baia è divenuta la nostra palestra, ideale sia per le immersioni didattiche che per le notturne, riservando incontri come: il polpo, la salpa, l’occhiata, il cefalo, lo scorfano e piccole curiose cernie brune.
Parete Aragoste
Profondità: 22 min – 35 max
Si scende su un fondale misto tra rocce, posidonia e piccole aree sabbiose; siamo a circa 28 metri di profondità all’inizio della zona B dell’A.M.P. di Santa Maria di Castellabate al largo di Punta Tresino. Si raggiunge una breve ma frastagliata parete che riserva un ottimo habitat per le aragoste dove abitualmente tendono a stazionare. Risalendo si prosegue seguendo la franata verso il ciglio roccioso, dove troviamo numerose spaccature e anfratti e dove sarà facile incontrare saraghi, ombrine e cernie brune. Infine si giunge al pianoro di posidonia alla quota di circa 22 metri per un ultima occhiata ai computer e iniziare la procedura della risalita.
La Grotta Nera
Profondità: 17 min – 27 max
Ci troviamo a Punta Pagliarolo, zona B dell’A.M.P. di Santa Maria di Castellabate, dove, una volta ancorati sul punto dell’immersione e dopo l’OK generale, inizia la discesa in un blu intenso e misterioso, ma che pian piano inizia a mostrare gli splendidi colori del fondale che, mescolandosi, crea effetti incantevoli. Ai piedi della parete, in un ansa tra due rocce strette ed alte, troviamo l’ingresso della cosiddetta “Grotta Nera”. Illuminata parzialmente dalla luce del sole, viene visitata solo la parte iniziale con un passaggio di circa 7 metri, durante il quale con la torcia si esplora la parte interna alla ricerca di gamberetti e magnose. Il percorso continua seguendo il profilo della franata che, in direzione Sud, presenta altre cavità molto interessanti, oltre ai probabili incontri con la cernia bruna, saraghi, aragoste e tane di polpi.
Franata del Faro Punta Licosa
Profondità: 15 min – 35 max
Versante nord dell’Isola di Punta Licosa, zona B dell’A.M.P. di Santa Maria di Castellabate, raggiungiamo il punto con il nostro gommone in direzione del faro dell’Isola e, dopo il briefing, tutti in acqua! Il caratteristico fondale mediteranno con giardini di posidonia e roccia frastagliata, disegnando percorsi tortuosi e interessanti, ci offre la scelta tra diversi profili di immersione. Questa zona di mare riserva sempre tuffi singolari e incontri inaspettati con la certezza di una visibilità senza eguali.
Immersioni Tecniche
Il Diving Center risponde alle esigenze della immersione tecnica con particolare attenzione, a cui Sub Mania si propone con un’organizzazione logistica molto curata. Tutti i relitti da noi frequentati sono “pedagnati” e provvisti di una stazione decompressiva indipendente, in modo tale che l’imbarcazione risulta libera per una pronta assistenza di superficie di qualsiasi natura o esigenza, oltre che garantire supporto ad ogni singolo sommozzatore.
Motonave Alfieri
Profondità: 44 min – 54 max
La motonave Alfieri era una nave passeggeri della “Tirrenia” requisita dalla Marina Militare Italiana. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu colpita da aerosiluranti nemici e affondò al largo di Punta Tresino a quota -54 metri. Il relitto, lungo 117 metri, giace sul fianco sinistro e conserva intatto il suo fascino. Circondato da sabbia e fango è diventato un ottimo habitat per svariate specie animali e vegetali. Difficile da esplorare per intero nel corso di un’unica immersione sia per la profondità, sia per la grandezza. Oltre che essere un interessante tuffo per i Technical Diver si presenta anche come un ottima palestra per il Trimix Normossico mostrando tutte le sue migliori caratteristiche!
Cargo KT 11
Il Cargo KT 11, è uno splendido relitto che poggia al largo di Punta Licosa a quota -78 metri e rappresenta una tipica immersione da eseguire in Trimix Ipossico. Il cargo italo-tedesco Krieg Transporte giace in perfetto assetto di navigazione. Lungo circa 70 metri, il suo affondamento risulta oggi essere ancora poco chiaro, anche se su di un fianco del relitto evidenti sono i segni di uno squarcio causato da un siluro. Così come le conseguenze di una probabile esplosione e/o incendio spiegherebbero il motivo per il quale non si è ancora riuscito ad identificare il suo originario nome. Sia la quota che la posizione, ai piedi di una secca con fondale ghiaioso, favoriscono sempre una perfetta visibilità. Il relitto offre la possibilità di comodi ingressi in vari punti, soprattutto nella sala macchine e nel castello di c
omando.